Quelle casette a forma conica sembrano costruite apposta per i bambini. Ecco perché una vacanza o un viaggio in famiglia nella zona dei trulli in Puglia è un’occasione da non lasciarsi sfuggire. Anche per trascorrere un piacevole weekend d’autunno, ponte perfetto tra l’estate scivolata ormai alle spalle e l’inverno che si avvicina a grandi passi.
Siamo nella Valle d’Itria, nell’altopiano delle Murge, a circa 50 chilometri da Bari. Questo è il regno dei trulli, in cui le abitazioni hanno una forma particolarissima, quasi buffa, sicuramente unica al mondo. La sua “capitale” è Alberobello, il luogo che ne ha conservati di più e in cui continua a rinnovarsi l’arte dei maestri trullari. Sono artigiani appassionati che hanno sempre una storia da raccontare, anche ai bambini che vanno a trovarli.
I trulli sono abitati ancora oggi, ma a differenza di quanto possano immaginari i più piccoli, queste bizzarre costruzioni non sono popolate da gnomi e da fate.
- Un passo indietro, cosa sono i trulli?
- Cosa fare e cosa vedere con i bambini ad Alberobello
- Alberobello e i suoi trulli sono Patrimonio dell’Umanità
- La curiosità: il primo cartone animato ambientato fra i trulli
Un passo indietro, cosa sono i trulli?
Sembra incredibile, ma la nascita dei primi trulli risale alla preistoria. In qualche modo possiamo dire che sono le versioni evolute delle case dei nostri primi antenati. Già nel passato più lontano erano presenti nella Valle d’Itria i primi insediamenti con le tipiche costruzioni a volta, ma quelli che vediamo oggi risalgono al 1600.
I trulli sono costruiti a secco e senza malta. Le pareti esterne sono coperte di calce mentre le lastre di copertura delle volte coniche del tetto sono in pietra calcarea pugliese e si chiamano chianche. Si pensa che la costruzione sia iniziata nell’età del bronzo, ma purtroppo non sono giunti a noi trulli così antichi per un semplice motivo: anziché provvedere alla riparazione di un trullo dissestato, gli abitanti preferivano abbatterlo e ricostruirlo. Si racconta anche che per evitare di pagare le tasse, i proprietari smontavano i trulli al passaggio degli esattori per poi rimontarli, quasi che fossero tante costruzioni Lego.
Una curiosità: il tetto a cono svolgeva la funzione di raccolta delle acque piovane che venivano indirizzate in apposite cisterne situate nel sottopancia del trullo e che permettevano alle famiglie di avere un approvvigionamento idrico autonomo.
Cosa fare e cosa vedere con i bambini ad Alberobello
Ci sono i trulli naturalmente a rappresentare il principale motivo di attrazione per i bambini. Misteriose case bianche con il tetto a cono e il pinnacolo sulle loro cime formato da tre pietre sovrapposte: una cilindrica, una a forma di scodella e una a sfera. C’è tutto per accendere la fantasia dei più piccoli.
Ai loro occhi si apre un paesaggio da fiaba che rapisce gli sguardi. E che li lascia a bocca aperta una volta entrati in una di queste buffe case. Per poi rimetterla in movimento una volta tornati a casa per raccontare l’esperienza. A suscitare da sempre una forte curiosità sono i simboli di calce disegnati a mano libera sul cono del trullo. Croci, cuori trafitti e simboli zodiacali, qual è il loro significato? Non c’è una risposta sicura poiché il segreto si è tramandato di bocca in bocca fino a svanire, ma sono considerati di buon augurio e di protezione della famiglia.
Alberobello è il luogo che conserva il maggior numero di trulli, ma non è l’unico. Altri borghi da segnalare sono Locorotondo, Martina Franca e Cisternino. Con più di 1.000 trulli, punti di riferimento ad Alberobello sono il Rione Monti, il più antico della città, e il Trullo Sovrano che oggi ospita spettacoli e concerti. Quindici trulli comunicanti accolgono il museo di Alberobello che racconta la cultura del territorio attraverso manufatti e sezioni d’approfondimento. La visita permette di conoscere ancora meglio la ricca cultura del territorio e ammirare il tipico arredamento di un trullo.
Nel Rione Aia Piccola si trova il Museo dell’Olio, allestito naturalmente in un caratteristico trullo. In quest’area della città si rende omaggio a uno dei prodotti più importanti dell’enogastronomia pugliese. La Casa d’Amore è invece il primo edificio nell’intera cittadina costruito con calce e malta, oggi punto d’informazione turistica. A proposito, anche le chiese ad Alberobello sono a forma di trullo.
L’esperienza di vacanza può arricchirsi con la visita alle vicine grotte di Castellana. Oppure con la partecipazione alle iniziative proposte dalle tante masserie didattiche della zona, come imparare a fare il pane e il formaggio.
E se l’autunno è la stagione consigliata per visitare il regno dei trulli per via delle temperature più miti e la presenza di un minor numero di turisti, all’inizio dell’inverno quando anche qui fanno capolino le prime nevi, Alberobello si imbianca come una torta spruzzata di zucchero a velo, esaltando ancora di più la magia delle sue costruzioni.
Alberobello e i suoi trulli sono Patrimonio dell’Umanità
Disseminati qua e là tra mandorli e ulivi, i trulli di Alberobello con il candore dei suoi vicoli sono un esempio unico di costruzioni antiche utilizzate ancora oggi. Dal 1996 sono state presi sotto l’ala protettrice dell’Unesco che li ha proclamati Patrimonio dell’Umanità.
I trulli testimoniano l’ingegno e l’orgoglio dei pugliesi, capaci di esibire tanta bellezza in una rete di vicoli stretti e tortuosi. Un tesoro di inestimabile valore da visitare in punta di piedi come un viaggio senza tempo.
La curiosità: il nuovo cartone animato ambientato fra i trulli
È ambientata fra i trulli di Alberobello la serie di animazione in 2D Trulli Tales per bambini. Le avventure dei Trullalleri sono state create dalle sorelle leccesi Maria Elena e Fiorella Congedo. Disney ha acquistato i diritti per mandarle in onda in Europa (Italia compresa), Africa e Medioriente. Frullini, forchette e spatole sono alcune delle bacchette con cui Ring, Sun, Zip e Stella fanno magie nel villaggio incantato ai piedi di un uliveto secolare.
Qui, fra le antiche costruzioni coniche in pietra pugliesi, i piccoli protagonisti sono impegnati a realizzare le ricette del libro parlante di Nonnatrulla, che si apre con una goccia di olio d’oliva. E a sventare con l’aiuto di Miss Frisella i sinistri piani del buffo e pasticcione Copperpot. I 52 episodi da 11 minuti sono visibili anche su RaiPlay.
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