MENU DI NAVIGAZIONE

Venezia è magia per tutta la famiglia

visitare venezia con i bambini

In attesa che si possa ricominciare a viaggiare come facevamo fino al 2019, questo periodo difficile e particolare che stiamo vivendo può, con tutte le accortezze e le attenzioni del caso per la sicurezza nostra e di chi ci sta vicino, offrire l’opportunità di riscoprire le nostre città sia che ci si viva, sia che ci si possa andare anche solo per un paio di giorni. E allora cominciamo e …. buona scoperta!

Venezia è una città magica, specialmente per i bambini. Una città dove al posto dell’auto si prende il vaporetto e dove si passeggia in piena libertà immersi in una bellezza senza tempo.

Venezia, sì, Venezia. C’è chi la ritiene una delle città più belle del mondo. E ha ragione perché una lucente magia regala sorprese a ogni passo. C’è chi pensa che sia la città più romantica del mondo da esplorare mano nella mano con la propria dolce metà: come dargli torto? Ma c’è qualcuno che pensa che Venezia sia una città speciale da scoprire anche con i bambini? Sì, noi. Come può non essere entusiasmante una città senza automobili e con il vaporetto sempre pronto a portarci da una parte all’altra?

Succede solo a Venezia in cui il solo passeggiare lascia un ricordo indimenticabile da custodire nel tempo e raccontare agli amici. Una vacanza in famiglia a Venezia, breve o lunga che sia, permette di conoscere il fascino discreto di una città di cui l’Italia ha tutte le ragioni per farne vanto nel mondo. Ben oltre il classico giro in gondola lungo gli stretti canali e la partecipazione al Carnevale più elegante del mondo. Una visita all’isola di Murano dove i maestri vetrai lavorano la pasta infuocata per creare oggetti di vetro brillanti e delicati, è un’immagine che rimarrà impressa nella memoria per sempre.

Campi e piazze: ogni posto è buono per giocare

Città antica e da ammirare a bocca aperta, i suoi palazzi, le chiese e le case sono stati costruiti su un gruppo di isolette collegate tra loro da tantissimi ponti con i canali e i rii che le attraversano e formano un labirinto fatato. Per spostarsi da un punto all’altro di Venezia
si può salire a bordo di un vaporetto, uno di quelli che da più di cent’anni trasporta grandi e piccoli lungo i canali. Compresa la via più bella del mondo, il Canal Grande.

E iniziamo ad aprire gli occhi: i veneziani stendono tanti lenzuoletti agli angoli delle case. Si chiamano nizioleti e sono quei fazzoletti bianchi disegnati sui muri per indicare il nome delle calli, le vie di Venezia. Di particolarità in particolarità, alcune case hanno la porta d’ingresso proprio sull’acqua! Il principale vantaggio di una città senza automobili è presto detto: ogni spazio aperto è perfetto per giocare in libertà e rincorrersi in sicurezza. Nel pieno rispetto di tutti, naturalmente, e ben sapendo che tra campi e parchi attrezzati c’è solo l’imbarazzo della scelta. I giardini di Sant’Elena con il loro parco giochi, ad esempio, ma anche i giardinetti reali vicino a San Marco e i giardini della Biennale. Una delle aree verdi più grandi della città è Campo San Geremia, vicino alla stazione con il parco attrezzato Savorgnan. Ma anche Campo San Polo e Campo Santa Margherita sono altri punti di riferimento per le mamme e i papà in vacanza a Venezia alla ricerca di una bella area in cui fare una sosta. E le piazze? Ebbene, sveliamo il primo segreto: la sola a Venezia ad avere questa denominazione è Piazza San Marco. Il che è tutto dire.

A Venezia Piazza San Marco, il campanile e… l’acqua alta

E allora, se per comodità il punto di partenza di una vacanza in famiglia è Piazza San Marco, la prima cosa da fare è invitare i bambini a guardare verso l’alto. Puntando gli occhi al cielo spuntano le sorprese. Come il carillon con le statue in legno della torre dell’orologio che raffigurano i personaggi della Natività e i Re Magi, azionato il giorno dell’Epifania. A battere le ore sono i Due Mori con i loro martelli, ma secondo un copione ben preciso.

Il Moro vecchio (quello barbuto, per intenderci) batte le ore due minuti prima dell’ora esatta, a ricordare il tempo trascorso. Il Moro giovane suona l’ora due minuti dopo per rappresentare il tempo che verrà. E naturalmente non sfugge il Campanile alto 99 metri, all’ombra del quale sentirsi piccoli piccoli. I veneziani lo chiamano il Padrone di casa perché da lassù offre il benvenuto a ogni viaggiatore che arriva dal mare. Il Leone con le ali e il libro tra le zampe è invece il simbolo di San Marco e della città. Forte e coraggioso come Venezia, splendida regina senza paura. La città è circondata dal mare che si alza e si abbassa per il movimento della marea fino a coprire tutta la piazza.

Nessuna paura: è l’acqua alta. In quei giorni il modo migliore per visitare la città è calzare un paio di stivaloni di gomma oppure… sulle spalle di mamma o papà. Sole o pioggia, bastano pochi passi nella Basilica di San Marco per rimanere abbagliati da tesori preziosissimi e ricchezze raccolte in tutto il mondo. La Basilica è tutta d’oro e sulle pareti e i soffitti splendono i mosaici che raccontano storie antiche.

Perfino il pavimento lascia a bocca aperta perché è un immenso tappeto di pietre colorate a forma di stelle, fiori, ruote e animali: un enorme disegno di marmo. E all’esterno della Basilica c’è un’altra bella storia da raccontare ai bambini. Si vedono infatti le statue scure di quattro uomini armati di spade: la legge racconta di quattro ladroni che hanno cercato di rubare i tesori di San Marco, ma un incantesimo li ha trasformati in pietra.

Venezia Piazza San Marco e il campanile 

Andar per itinerari segreti a Venezia

Proprio accanto alla Basilica c’è il Palazzo Ducale, capolavoro del gotico veneziano. Antica casa del Doge e delle magistrature veneziane, qui venivano accolti re e principesse mentre oggi è sede del Museo Civico di Palazzo Ducale. Nella Sala del Maggior Consiglio, dove è ora custodito uno dei quadri più grandi del mondo, si riunivano le persone più importanti di Venezia per stabilire le regole per tutti gli abitanti. A volte l’assemblea contava fino a 2.000 persone! Al termine di questo breve ripasso è di nuovo tempo di giocare.

Solo il Doge poteva portare un cappello speciale chiamato Corno ducale. Adesso questo berretto dalla strana forma è raffigurato sullo stemma della città insieme al leone di San Marco, trovato? I motivi per visitare il Palazzo Ducale sono tantissimi, ma a unire l’utile e il dilettevole ci pensano gli itinerari segreti, solo su prenotazione e con accompagnatore qualificato.

Permettono di scoprire le prigioni e la sala delle torture (nulla di impressionante, giuriamo), di attraversare il Ponte dei sospiri, così chiamato perché proprio passando da lì per dirigersi agli uffici degli inquisitori, i reclusi emettevano l’ultimo sospiro. I giudici della città imprigionavano i furfanti nei piombi, nel sottotetto del Palazzo, oppure nei pozzi, i bui e freddi scantinati spesso pieni d’acqua. E poi ci sono la storia della fuga dell’impavido Giacomo Casanova che riuscì a evadere dalle prigioni e la temutissima Sala degli Inquisitori.

E se si vogliono fare le cose in grande e non perdere neanche una delle migliori opportunità che una vacanza a Venezia con i bambini può offrire, andare alla ricerca dei tesori nascosti del Doge nella Chiesetta e nell’Antichiesetta del Doge diventa un formidabile gioco a cui lanciarsi con tutta l’arguzia di cui si è dotati. All’interno della Chiesetta si trovano i forzieri che conservavano i tesori di Stato.

L’Appartamento del Doge provoca invece una sensazione di rispettosa riverenza perché proprio qui si ritirava per le sue preghiere private, accoglieva gli ospiti negli incontri non ufficiali e si recava una volta eletto per ricevere l’acqua santa. Antichi rituali e consuetudini del tempo da conoscere da vicino e toccare con mano per capire come Venezia sia stata capace di costruire e conservare tanta bellezza.

Venezia il Palazzo Ducale

Pronti a salire sulla gondola? Destinazione Rialto (e non solo)

Ma che vacanza a Venezia sarebbe senza fare un giro tra i canali e i rii più stretti a bordo della gondola, la speciale barca in grado di muoversi con agilità grazie alla sua forma allungata. Ma c’è anche un altro motivo per riconoscerla subito: i gondolieri con la maglietta a righe che la manovrano con un solo lungo remo. Nulla è lasciato al caso perché la forma curva della gondola ricorda il cappello del Doge. La strana punta si chiama fero, che significa ferro in dialetto veneziano.

Basta contare i suoi dentelli per scoprire quante sono le zone di Venezia chiamate Sestrieri. I grossi pali dalla forma curiosa che sbucano dall’acqua si chiamano invece paline e servono per legare le gondole. Una prima tappa speciale sono i giardini di Ca’ Rezzonico. Qui i genitori con i bambini possono riposarsi e all’ingresso del museo vedere da vicino un’antica e lunghissima gondola. Vicino alla Chiesa di San Trovaso c’è invece un antico squero, l’officina dei primi artigiani del legno, arrivati dalle Dolomiti, per costruire le gondole.

Per centinaia di anni il Ponte di Rialto è stato il solo passaggio di collegamento tra le due rive del Canal Grande. Qui i mercanti veneziani si incontravano, ascoltavano le notizie portate dalle navi in giro per il mondo e facevano affari vendendo stoffe, spezie e pietre preziose. Oggi gli abitanti di questa città fanno la spesa al vivace mercato di Rialto con i commercianti che mettono in mostra invitanti merci.

Venezia ponti e gondole

Perdersi tra calli e andare su e giù per i ponti

Ma forse il bello a Venezia è proprio perdersi tra le calli strette e misteriose che promettono sorprese a ogni angolo: uno scorcio mai immaginato, panni stesi da chi vive questa città tutti i giorni ed è incurante del flusso di turisti, palazzi che resistono fieri e orgogliosi all’aria salmastra, all’umidità e ai dubbi sulla loro tenuta che da secoli fanno discettare il mondo. Ecco, smarrirsi a Venezia permette di cogliere l’essenza di una città, il suo desiderio di autonomia, la sua fierezza, il suo sentirsi bella e diversa, il suo desiderio di farsi ammirare, ma quasi senza farsi toccare o comunque di farsi carezzare con delicatezza. Venezia custodisce tantissimi segreti sussurrati tra le onde, le pietre e le isole. Ogni angolo e ogni piccolo passaggio nascondono una sorpresa, una leggenda o un dettaglio da scoprire.

A Venezia i Kids Day organizzati dalla Collezione Peggy Guggenheim e i musei imperdibili

I Kids Day sono laboratori gratuiti rivolti a bambini di età compresa tra i 4 e i 10 anni. Hanno luogo tutte le domeniche dalle 15.00 alle 16.30 presso il museo. Il progetto introduce i piccoli visitatori all’arte moderna e contemporanea in modo accessibile e coinvolgente, dando la possibilità ai bambini di imparare e sperimentare tecniche e tematiche artistiche diverse a ogni appuntamento.

L’attività inizia con l’analisi di una o più opere della collezione permanente o delle mostre temporanee e prosegue con un laboratorio finalizzato a mettere in pratica quanto visto. Tutta l’iniziativa si svolge principalmente in italiano, ma sono disponibili altre lingue a seconda della nazionalità dei bambini partecipanti.

Per chi preferisce qualcosa di più tradizionale c’è il Museo di Storia Naturale, all’interno del Fontego dei Turchi, proprio sul Canal Grande, ad aprire le porte a tutti i bambini. Di meraviglia in meraviglia, da lì il passo al Museo Storico Navale è brevissimo. Qui i bambini hanno tutto il tempo per stupirsi di fronte alle tantissime navi, tutte diverse per forma e colore, con cui la Serenissima ha conquistato e sedotto il mondo. Tappa obbligatoria non può che essere quella fornace di Murano per vedere da vicino la lavorazione del vetro da parte di abili artigiani: un’opportunità da cogliere al volo qui a Venezia, altrimenti dove? L’arte dei mastri vasai è stata per molto tempo un segreto.

Nei forni caldissimi si modella la pasta di vetro: un miscuglio speciale che bravi artigiani trasformano in calici, vasi e oggetti preziosi. Gli artigiani di Murano soffiano in una lunga asta di ferro per lavorare il vetro, un po’ come fanno i bambini quando giocano con le grandi e delicate bolle di sapone. Con le sue casette colorate, Burano sembra invece la tavolozza di un pittore. Si racconta che ogni abitazione sia di colore diverso affinché i pescatori, tornando dal mare nei giorni di nebbia densa, possano ritrovare con facilità la propria dimora. L’antica Torcello è infine l’isola più silenziosa e misteriosa della laguna.

Buongiorno siora maschera

Venezia è anche città di feste meravigliose, a iniziare dal Carnevale, la più famosa di tutte. Da tanti anni si festeggia con spettacoli, giochi
e balli in maschera, costumi eleganti o dietro mascheri divertenti. In quei giorni allegri ci si scambia un saluto speciale che da secoli riecheggiato nelle calli veneziane: “buongiorno siora maschera”. Di festa in festa, ogni primavera i veneziani festeggiano lo sposalizio tra la città e il mare. Un anello viene lanciato in acqua e la città si unisce al suo sposo.

La festa preferita dai bambini è però quella di San Martino. Con un’orchestra di pentole e coperchi, i più piccoli girano per la città e cantano una filastrocca chiedendo doni ai passanti e mangiando un dolcetto con la forma di San Martino a cavallo con la spada. Due o tre rapide informazioni pratiche Non spaventi l’idea di andare in una città in cui le auto non circolano. Anzi, proprio questa è l’occasione per mostrarsi poco pelandroni e passeggiare mano nella mano con il proprio bambino senza preoccupazioni di traffico, smog e parcheggi a tempo.

Venezia è allora raggiungibile in treno con destinazione stazione di Santa Lucia, alla cui uscita si apre subito la città in tutto il suo fascino. Oppure in auto: il parcheggio più comune e più vicino è quello di piazzale Roma. Da lì è semplice raggiungere a piedi la città. Ma c’è anche una terza soluzione, forse la più sorprendente per i bambini perché è quella che assicura il giusto impatto con l’avventura: parcheggiare l’auto un po’ più distante e raggiungere Venezia con il traghetto. L’effetto wow è assicurato.

Venezia maschere di carnevale

Immagini: Stefano Monteleone